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Contrada Le Gerre

gerreLa parola gerre nella parlata locale sta a significare "ghiaie", poiché la contrada sorge accanto al letto del fiume Oglio, sui terreni dei depositi fluviali. La presenza di una bina con mulini natanti ha motivato il simbolo della ruota di mulino in campo azzurro. Il fiume un tempo era navigabile, e solcato da barche che costituivano il mezzo prevalente per il trasporto di prodotti agricoli. Isola, soggetta ai Gonzaga di Mantova, era una vera e propria frontiera sull'importante via di comunicazione fluviale che permetteva di collegare il territorio bresciano, appartenente alla Repubblica di Venezia, con il cremonese appartenente a Milano, due potenze in guerra nel XV secolo. Il porto sul fiume Oglio fungeva da punto di esazione del dazio di confine sulle merci trasportate, la notte veniva chiuso a chiave ed era sempre sorvegliato dal portinaro perché di frequente i contrabbandieri forzavano le chiusure a portavano merci di frodo. Oltre ai contrabbandieri, dal fiume potevano giungere razziatori di frumento e il terribile pericolo della peste. La contrada doveva essere popolata da barcaioli, trasportatori, pescatori, un mugnaio, un daziaro e il portinaro. La contrada delle Gerre era dunque la più esposta ai pericoli di una frontiera fluviale di confine, quale era Isola Dovarese, ma anche la più attiva nell'economia legata al corso d'acqua.
La sua taverna, accogliente e protetta, ristora degnamente chi viene da lontano, offrendo, fra le altre pietanze, un tipico piatto da viaggiatori, e pesce di fiume. La taverna è detta del Viandante.

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